Lettere

Re: Ai TITANI

Caro Leopoldo Lipparini,
(ti dispiace se ti chiamo Leolippari per abbreviare? Considerato che è una lettera, e che non Mi puoi rispondere immediatamente, la prendo come un "fai pure").
Quindi, ricapitolando... Caro Leolippari,
la tua accorata missiva, seppur ricca di inesattezze, Mi offre la possibilità di fare chiarezza su quanto sta avvenendo in seno alla mirabolante band dei Titans.

Vedi, Leolippari,
(ti dispiace se ti chiamo Olippa per abbreviare? Considerato che è una lettera, e che non Mi puoi rispondere immediatamente, la prendo come un "fai pure, mi piace anche di più").
Quindi... Vedi, Olippa,
la tua pena è malposta, stuzzica, è prematura, anzichenò. Poichè nonostante l'impegno profuso nei Nostri sfolgoranti show, tra un muro della morte e uno sgozzamento caprino, tra un inarrivabile e sovradimensionato acuto vocale e un'esplosione di brillanti luci, mai abbiamo perso memoria di chi ancora oggi non è con Noi. Al contrario. La Nostra ricerca non ha mai avuto soluzioni di continuità, ma è diventata di dominio pubblico solamente in questi ultimi frangenti, quando, cioè, i tempi ed i segni premonitori sono maturati e si sono appalesati al mondo.

Un attento osservatore, caro Olippa,
(ti dispiace se ti chiamo Ollypop? Non abbrevia ma suona maledettamente bene. Considerato che è una lettera, e che non Mi puoi rispondere immediatamente, la prendo come un "fai pure, anzi, cosí fa molto più pop").
Dicevo, caro Ollypop, che un attento osservatore avrebbe colto tempo addietro prove di quanto dico, visto che il ritrovamento della pergamena i cui stralci abbiamo resi pubblici, come da Noi dichiarato, risale a qualche tempo fa. Sei inclemente, Ollypop, quando accusi cotante divinità di aver ignorato la richiesta d'aiuto di un Nostro Fratello. E non tarderà ad arrivare il momento in cui la Profezia del Quinto avrà suo compimento e finalmente il perduto Fratello prenderà il posto che gli spetta al Nostro fianco.

WE RULE!

Author: KOIOΣ



Published in Issue 192 of the Rome Edition.

Re: Caro Sig. Sindaco...

Rispondo impropriamente (in quanto non direttamente interpellato dall'autore) ad una lettera comparsa la scorsa settimana ed indirizzata al Signor Sindaco. In tale lettera si esprimeva una lamentela riguardo presunte lentezze burocratiche che renderebbero lunghi i tempi di giudizio presso il Tribunale Romano.
Tale lettera, a mio parere, risulta errata nella forma e nella sostanza.
E' errata nella forma in quanto, seppur figura di prima importanza, non è a carico del Signor Sindaco la responsabilità della gestione della giustizia.
E' altresì errata nella sostanza laddove denunzia un problema che non sussiste, in quanto non sussistono le lungaggini citate dall'autore di tale lettera. E' prassi consolidata del tribunale di Roma, infatti, non giudicare nell'immediato reati che, come nel caso del reato di vandalismo, richiedono un supplemento di indagine da parte delle forze dell'ordine al fine di raccogliere tutte le prove necessarie all'emissione del giudizio. E' infatti cura del collegio giudicante, di cui mi onoro di far parte, attendere almeno un giorno prima di emettere una sentenza per questi casi. Il giudizio subito dall'autore di tale lettera, infatti, è stato emesso il giorno 20 c.m., a distanza di un giorno dal momento dell'arresto.

Author: Aitano Cobianchi, Giudice di Roma



Published in Issue 225 of the Rome Edition.

Re: Indagine particolare su due band metal

Qualcuno potrebbe anche ritenere tardiva questa replica. Tuttavia, vuoi per i recenti problemi all'interno delle redazioni italiane, vuoi per il fatto di essere stati parecchio occupati ad affrontare il festival e la preparazione del nostro prossimo album (che sarà già stato pubblicato al momento dell'uscita di questa Nostra), solo ora troviamo qualche minuto per stendere una piccola lettera indirizzata alla novella redattrice, nonchè autrice dell'articolo a cui ci riferiamo.
L'articolo di cui sopra era da Noi atteso con una certa curiosità ed interesse. Tuttavia non abbiamo potuto nascondere una certa delusione per cio' che vi abbiamo letto. Pur non potendo certo criticarne la forma e la precisione delle informazioni, siamo rimasti oltremodo delusi dalla sostanza dello stesso, troppo superficiale per una cronista della caratura e delle capacità della signorina China Brew.
Abbiamo trovato l'articolo piatto e noioso, essendo esso limitato ad una sequela di informazioni che anche l'occhio piu' distratto poteva facilmente rinvenire negli atti dei fori romano e italiano, ovvero ripercorrendo la storia degli artisti di cui si parlava.
Cio' che manca, e ci dispiace sottolinearlo, è un qualunque accento critico che vada oltre l'annotazione sterile di una data o del numero di album e singoli pubblicati. Manca il confronto critico degli artisti che, al contrario, vengono posti sullo stesso piano quasi che si tratti di due band fotocopia che, se avessero avuto lo stesso nome, avrebbero potuto essere facilmente sovrapposte come se prive di ulteriori differenze.
Cosi' non è, poichè le differenze esistono e sono macroscopiche.
Cio' che manca è l'osservazione critica di cio' che va oltre l'immediatamente visibile, come il fatto che mentre avversari, oppositori e detrattori passano regolarmente a miglior vita, i Titani restano, vivi e battaglieri, fedeli alla loro linea. Regola, quest'ultima, che nuovamente si è riproposta come ineluttabile destino di chi sfida la collera divina dei Titani.
Manca il riconoscimento del fatto che il lavoro compositivo dei Titani è unico ed irripetibile, e di sicuro impietosamente superiore al lavoro della maggior parte degli artisti del presente e del passato. Per non parlare di cio' che viene prodotto dalla band con la quale i Titani stessi vengono messi a paragone.
Manca l'osservazione del fatto che mentre il Titani propongono un loro stile indiscutibilmente originale ed inconfondibile, tutti gli altri che con Noi cercano di confrontarsi, altro non fanno che scimmiottare indebitamente suddetto stile, senza offrire al pubblico nulla di nuovo o di veramente innovativo. Sembra che la chiave di volta del loro successo sia cercare di fare i Titani meglio dei Titani stessi. Pia illusione che regolarmente si scontra con la cruda realtà: bisogna essere Titani per fare i Titani.
Terminiamo questa replica con una considerazione che vuole essere prima di tutto un consiglio indirizzato alle nuove leve che si affacciano nel panorama musicale italiano e mondiale. La storia insegna che la cieca e sterile contrapposizione porta inevitabilmente al crollo e al fallimento. Se volete, dunque, rivaleggiare con gli Dei, siate prima di tutto Voi stessi. Siate qualcosa che vi qualifichi artisticamente e musicalmente. Abbiate la vostra identità. Fate come Vi diciamo, altrimento non sarete altro che altri inutili emuli dei Titani.

Author: KOIOΣ (al secolo Aitano Cobianchi)



Published in Issue 291 of the Milan Edition.