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Cotery of the Gods
 
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 #245 - Rome edition - TITANS - parte I

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HYPERION

HYPERION


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MessaggioTitolo: #245 - Rome edition - TITANS - parte I   #245 - Rome edition - TITANS - parte I Icon_minitimeMer Nov 18, 2009 2:16 pm

Al mio arrivo la cittadella è avvolta dalla luce del tramonto. Le strade sono deserte e l'atmosfera è surreale, magica.
Avviandomi verso la mia destinazione, do una ultima controllata ai miei appunti, ripercorrendo mentalmente le circostanze che mi hanno portato qui. Era dal numero di It's Pop di capodanno dell'anno 38 che correva voce di un'imminente intervista ai TITANΣ, addirittura fatta dal sindaco in persona, orde di ammiratori scalpitavano di fremente attesa ma l'intervista non arrivava. Non era chiaro il motivo di questo ritardo e qualcuno diceva che il sindaco avesse contratto una non meglio precisata malattia venerea, ma questa versione è tutt'altro che confermata.
A parecchi giorni di distanza da qull'articolo, uno scambio di messaggi con Hyperion mi ha messo al corrente della disponibilità dei TITANΣ a rilasciare a me l'intervista e non intendendo minimamente lasciarmi sfuggire quest'opportunità, sono partito senza pensarci su due volte.

Così son qui, e percorro nel silenzio la strada che si inerpica per la collina, verso la rocca, il pesante portone è già aperto quando mi decido a varcarne la soglia, intimidito dall'altezza e dalla grandiosità della costruzione. Una enorme sala a pianta ottagonale mi accoglie nella semioscurità, dove ai quattro lati opposti si stagliano quattro enormi pilastri saldamente ancorati al pavimento e proiettati verso il soffitto, e alla base di ciascuno di essi un trono su cui solenni e pazienti le figure degli Dei musicisti mi attendono.
Sul trono ad est è seduto Hyperion, dio della Luce, al secolo Patricio Melic. In quello a Ovest, immobile come una statua trova posto Iapetos, dio della Vita, che i miscredenti chiamano ancora Joris Boer. Sul trono a sud è Krios, dio della Forza, alias Francisco Diaz. E infine Koios, dio dell'Intelletto, che fu Aitano Cobianchi, occupa lo scranno rivolto a nord.
Con una certa inquietudine noto il posto vacante del pilastro centrale, ove dovrebbe sedere Kronos, dio del Tempo, o Niels Spatafora che dir si voglia, quando una voce profondissima e disincarnata, di cui non riesco a identificare la provenienza, mi invita a sedermi al centro dell'ottagono per dare inizio all'intervista.
Assai poco a mio agio avanzo e prendo posto sul trono centrale, e una stranissima sensazione mi avvolge, come un turbine di consapevolezza. I miei sensi si acuiscono a dismisura e la sensazione di disagio svanisce nello spazio di un respiro.
Di nuovo la voce, fuori dal tempo: “Adesso, sei pronto per cominciare”, e quando comincio a parlare la mia mente è davvero lucida come non mai.


Alvesio: I Titans vengono fondati nel giorno 45 dell'anno 29 ma Aitano era attivo in campo musicale già da 5 anni così come Niels, l'arrivo di Francisco Diaz risale all'anno 19, quello di Patricio e Joris all'anno ancora prima. Almeno quattro di voi hanno assistito alla fondazione di Roma, avete un giudice (1) e un redattore di It's Pop fra le vostre fila, insomma, che siate una band storica e importante nella scena romana (e non solo) questo nessuno può metterlo in dubbio.
La vostra ultima apparizione sulle pagine di It's Pop risale a più di sette anni fa. Avevate finito di distribuire il terzo singolo “Caput Mundi” e il parco di Villa Madama era stato appena costruito grazie alle vostre donazioni.
Tanta acqua è passata sotto i ponti da allora, e la vostra discografia si è arricchita di dodici singoli e due album completi, passando dalle 300.000 copie scarse di “Rise of the Titans” agli oltre due milioni di copie del recentissimo “In Blood We Trust”.
Arriva per chiunque il momento di fare dei bilanci, di guardarsi indietro e considerare la propria opera (anche gli dei lo fanno). Dopo tutto questo tempo e questa strada insieme, pensate di dover aggiornare quel semplice e diretto “We rule!” che ancora domina i vostri manifesti?
Sentite insomma che il vostro messaggio musicale si sia in qualche modo evoluto da allora?
Hyperion: Visto il Nostro indubbio, crescente successo direi che ad evolversi sia stato il pubblico.
Koios: Il messaggio è solo uno, ed unico è sempre stato. Di esso l'unica cosa che evolve è la completezza, scandita dai nostri lavori. Il significato è questo, non c'è nulla da capire o da interpretare. Bisogna solo accettarlo. E' un atto di fede.

Alvesio: E infatti a quanto sembra avete un pubblico fedele, forse sarebbe più corretto dire di fedeli che vi segue e vi supporta, tanto è vero che fate soldout praticamente in tutto il mondo. Ma seguendo il filo del Tuo discorso non posso fare a meno di notare che la Vostra posizione di classifica negli ultimi tempi sembra essersi stabilizzata intorno alla trentesima posizione, a cosa pensate sia dovuto questa sorta di empasse verso la Vostra scalata ai vertici delle classifiche?
Krios: Chiaramente quella che tu chiami Empasse è solo una Nostra scelta. Stiamo dando la possibilità agli altri gruppi di stare lassù in vetta alle classifiche ancora per un po' di tempo, perchè probabilmente dopo non ci arriveranno più. Diciamo che “Stiamo facendo divertire un po' i ragazzi”. Oltretutto, come abbiamo sempre affermato, non sono le classifiche che ci interessano. Quelle sono stilate da essere umani. Noi sappiamo già di essere i migliori.
Hyperion: Noi viviamo al di fuori del concetto di Tempo. Poco importa come le cose stiano adesso, quando la maggior parte dei gruppacci che oggigiorno suonano saranno stati dimenticati Ci sarà sempre un fan che ascolta i Nostri dischi, che veste le Nostre magliette, che Ci offrirà il giusto tributo di gloria.

Alvesio: Quando componete siete mossi da influenze terrene o il vostro messaggio trascende sempre e comunque questa realtà? “Death to the false prophet” per esempio, è una canzone che ha riferimenti a qualcuno in particolare, parla di un clima generale o che altro?
Hyperion: abbiamo tutti uno stile compositivo abbastanza personale. Io ad esempio scrivo direttamente lo spartito, senza correzioni o modifiche. Più che cercare l'imitazione di un archetipo i Miei pezzi sono l'Archetipo stesso, acquisendo quindi in carica e vigore. Le parole, poi, sono posteriori ed evocate dall'intessitura stessa del brano.

Come dal nulla, le note dell'introduzione di “Childood of the One” prendono a diffondersi nell'aria. La melodia superiore dell'arpeggio di chitarra mi suggerisce la prossima domanda.
Alvesio: Il respiro delle Vostre composizioni si è ampliato rispetto agli esordi: tempi dispari, assoli sempre più mirabolanti, arrangiamenti particolarissimi e unici, e infine i Vostri testi, che nella loro epicità riescono a trascendere il mezzo espressivo avvicinandosi alla mitologia e alla narrativa messa in musica, come è lecito aspettarsi da Voi.
A questo proposito vorrei chiedere se possibile un aggiornamento sulla “Howar's Saga”, il Vostro ambizioso concept giunto ormai alla sua quarta puntata. Abbiamo lasciato il nostro eroe seduto sul trono del Tempo, alla ricerca delle caverne di Nowhere. Per quando è prevista la resa dei conti finale con il malvagio Gigazz? State lavorando già al quinto tomo?
Koios: Il prossimo mese pubblicheremo il quinto tomo della saga. Posso solo anticiparvi che... no, non voglio anticiparvi nulla. Sarà una sorpresa innanzittutto per i Nostri fan che ascolteranno i due pezzi in anteprima la settimana prima dell'uscita del prossimo singolo.
Hyperion: la saga di Howar è stata un'opera complessa con la quale ci siamo cimentati di buon grado. Posso dire, per rispondere alle numerose lettere dei fan, che la conclusione della saga avverrà nel capitolo XII, pubblicato fra qualche mese. Abbiamo avuto ospiti illustri in alcuni dei capitoli passati e non ti nascondo che abbiamo anche rifiutato qualche artista che si è candidato per questo o quel ruolo... Ma era necessario, non ce ne vogliano i rifiutati, dovevamo garantire una qualità massima della nostra opera.

Entrano i bassi e le tastiere, Hyperion comincia a cantare “Over the sea there was a land, in a kingdom called Good Ground...”, il testo di sovrannaturale qualità della canzone mi rapisce.
Alvesio: Definite voi stessi come Dei scesi fra gli uomini, che hanno deciso di esprimersi con il linguaggio della musica. Se la risposta può essere compresa da mente umana, perchè avete scelto fra tanti generi proprio l'Heavy Metal? Non è soltanto una questione di potenza, o sì?
Koios: Molto semplice. Il Metal è l'unico modo con cui un Dio possa comunicare. Non esistono altre possibilità. Se un Dio, per fare un esempio, provasse a suonare Country... lo farebbe con un volume talmente alto ed un suono cosi' distorto che tutti lo considererebbero comunque Heavy Metal.
Hyperion: I falsi profeti ritengono il genere musicale una cornice nella quale, come mosche contro a un vetro, si disperano a cercare una forma di espressione artistica. i Titani non sono un gruppo che suona musica di genere metal. i Titani suonano, e ciò che producono è Metal.
Iapetos: E' dal grande fiume di Metallo che le Tre Grandi Virtù presero forma: Coraggio, Forza e Volontà.
Nessun umano possiede queste tre virtù allo stesso tempo, ma ascoltandoci può dimostrare di comprenderne il valore.
Gli altri avranno dalle nostre spade le risposte che cercano.

Ecco entrare Iapetos, doppiando all'unisono su Hyperion: “A star fell down from the sky that day, That's what all people say”, ormai è la musica a orientare il corso dell'intervista.
Alvesio: Ma in questo tempo di uomini privi di virtù esiste ancora la possibilità che nasca un Eroe degno di essere cantato nelle Vostre canzoni?
Iapetos: E tu credi che esista? Tu ... Ci credi?
Gli occhi di Iapetosi si posano su di me, profondissimi e privi di iride, e comincio a sentirmi parecchio a disagio. Abbasso lo sguardo ai miei piedi, strofinando la punta delle scarpe sul meraviglioso pavimento in opus vermiculatum, la voce di Krios mi fa sussultare.
Krios: E comunque abbiamo già iniziato a parlare di un eroe, è Howar: il protagonista del concept di cui parlavamo poc'anzi.

Rialzo la testa guardando di fronte a me, oltre il trono di Krios, verso l'uscita. La vista degli ultimi bagliori del giorno mi conforta, ma ecco rullare un pazzesco filler di batteria, e parte la chitarra distorta insieme al coro degli Dei: “But His fate had to be so different...”.
Alvesio: Ma i vostri figli ad esempio, in quanto figli di madre umana e padre divino, potrebbero essere considerati gli eroi di domani?
Koios: I nostri figli hanno insita la scintilla della grandezza. In loro vedrete i grandi eroi del futuro, le guide che abbiamo scelto di regalare al mondo, stelle di prima grandezza che impreziosiranno il firmamento.
Hyperion: la scintilla della divinità non si trasmette con ereditarietà mendeliana: se fosse così le genitrici avrebbero un peso sul valore dei Nostri figli, ma così non è, e in qualche caso viene anche da pensare per fortuna.

[to be continued...]



(1)Nota dell'autore: quando è stata rilasciata quest'intervista Aitano Cobianchi non aveva ancora comunicato di ritenere conclusa la sua esperienza da giudice.


Author: Alvesio Cherchi
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